C'è un piccolo fiore davanti a me. È comparso da poco, sebbene non possa dire di averlo visto ergersi, quando con la testa ha spinto la terra verso l'alto, alla ricerca della luce.
Come quando prima di nascere sentiamo bene che stiamo per uscire dal buio, e allora, alla fine del canale, vediamo per la prima volta il mondo luminoso, e dobbiamo adattare gli occhi a quel cambiamento, così il piccolo fiore prova oggi ad adattarsi alla vita.
È fragile, e non può avere la certezza di crescere bene. Il se e il come crescerà dipendono da una serie di fattori. Il cielo sarà clemente con lui? Gli manderà acqua a sufficienza? Un gigante con le sembianze d'uomo riuscirà a evitarlo al suo passaggio, o sadicamente lo schiaccerà per sentirsi padrone almeno per un giorno della sua vita, come un Dio vendicativo che non usi pietà per le sue vittime, e opti per la morte piuttosto che per il perdono?
Diventare grandi è così dura, amico mio, che non so davvero cosa augurarti. Vuoi crescere? Che stupido che sono a porti questa domanda! Hai ancora tutti i tuoi petali con te, e come chi detiene il potere della giovinezza, che è fatta di incoscienza, non puoi pensare ad altro che a vivere, in questo momento.
Se mi chiedeste cosa ci vedo di poetico in questo piccolo fiore, direi questo: un fiore che nasce, non può sapere nulla della morte. Questa inconsapevolezza durerà poco, però. Presto anche lui si renderà conto che la crescita è inevitabile e che è legata alla perdita. Che un petalo non rimane attaccato per sempre. Che un insetto divorerà la sua vitalità. Che per amore o diletto, qualcuno lo sradicherà dalla sua terra, facendogli perdere la sua ragione d'essere.
Ma il piccolo fiore non sa nulla di tutto questo. Ed è così bello che mi commuove. Questa commozione, sa di spiritualità... Oh, mio Dio! Dunque, esisti? Se esisti, lascia che questo fiore cresca e muoia solo dopo aver vissuto. Non lasciarlo incompiuto. Che una vita che non si compie, è una vita sprecata.
Ma poi, è per davvero così?
In fondo questo piccolo fiore ha già assolto al compito per cui è stato creato. Rendersi visibile. Donare colore al mondo. Generare pace. Favorire contemplazione. Ammorbidire l'animo. Ingentilire i pensieri. Cos'altro posso ancora augurargli, se non di sopravvivere a queste parole, e di rimanere sé stesso fino in fondo?
Grazie piccolo fiore, sono felice di aver fatto la tua conoscenza. Ti lascio adesso, perché c'è un insetto che ha preso a ronzare intorno a te. Il primo insetto, come il primo amore, non si scorda mai, e voglio rispettare la nascita del primo sentimento. L'unico per cui valga la pena vivere.